“Dopo 9 anni di blocco contrattuale, e il suo rinnovo nel febbraio scorso anche per effetto della nostra firma, a marzo i lavoratori del comparto delle funzioni centrali hanno ricevuto la una tantum e gli aumenti previsti in busta paga.

Per gli altri comparti gli aumenti dovrebbero arrivare nelle buste paga di aprile.

Ora scopriamo che potrebbero trattarsi di “aumenti ad elastico” perché si tratterebbe di ritocchi temporanei ottenuti attraverso il cosiddetto “elemento perequativo”, che scadrebbero il 31 dicembre 2018, e quindi destinati a sparire nel 2019, a meno che il governo di turno (quale?) non trovi le risorse per stabilizzarli.

E a rischiare maggiormente sono coloro con le buste paga più leggere.

Se ciò accadesse, e ad oggi sembra possibile anche per l’assenza di un reale interlocutore politico, gli aumenti contenuti nei ccnl sottoscritti andrebbero a ridursi rappresentando, oltre a un’inaccettabile presa in giro, la più clamorosa negazione della certezza del diritto, in questo caso di una norma pattizia.

Chiediamo segni concreti, attraverso l’introduzione nel prossimo Def di una previsione di spesa utile a stabilizzare le cifre previste nei ccnl sottoscritti anche per il futuro, altrimenti è messo in discussione il principio della contrattazione, con conseguenze sulla credibilità di tutto il sistema delle relazioni sindacali.”

Dichiara il Segretario Generale di Confintesa, Francesco Prudenzano, a margine del Convegno sul sovra indebitamento, svoltosi oggi presso l’Aula Adriana, sede nazionale di Confintesa.

Ufficio Stampa

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