“Da anni denunciamo l’illegalità economica cinese nel nostro paese. E la mancanza di controlli da parte delle istituzioni preposte. È dato sapere per quale motivo le aziende cinesi debbano subire controlli da parte delle Asl in relazione a soli 3 parametri previsti dalla legge sul lavoro mentre le italiane devono certificare la regolarità rispetto a ben 15 parametri? È una disparità intollerabile e non c’è da meravigliarsi se questo stato di totale mancanza di legalità sfoci nella radicalizzazione di associazioni mafiose che si arricchiscono e proliferano nel nostro Paese”. Così, il Segretario Generale di Confintesa, Francesco Prudenzano, in relazione agli arresti che la Polizia di Stato sta eseguendo, su mandato della DDA della Procura della Repubblica di Firenze nei confronti di 33 persone per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Macchine da lavoro e impianti elettrici – riprende Prudenzano – dormitori, cucine abusive e utilizzo di bombole a gas sono irregolarità consuete nelle ditte made in Cina. Oggi abbiamo appreso del monopolio del traffico su strada di merci di origine cinese, la punta di un iceberg creato dalla mancanza di controlli da parte delle istituzioni. Da tempo – conclude il Segretario Confintesa – ci domandiamo dove siano la Regione, a cui competono le verifiche dell’Asl, e lo Stato, che non impegna sufficienti forze dell’ordine per contrastare l’illegalità laddove si radica la criminalità cinese. Oggi abbiamo avuto un importante segnale di speranza per cui vorrei rivolgere un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura per la brillante operazione eseguita”.

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