E’ recente la notizia che Poste Italiane ha manifestato l’interesse a entrare nel mondo dei fondi sanitari integrativi privati. Niente di eccezionale se non fosse per il fatto che Poste Italiane, per il 65%, è proprietà dello Stato che tramite il MEF ne detiene il controllo societario.” Lo dichiara Ruggero Di Biagi segretario generale di Confintesa Ugs medici.

“Che un’azienda privata voglia attivare un fondo sanitario integrativo per i propri dipendenti fa parte dello sviluppo del Welfare aziendale ma che un’azienda, controllata per il 65% dallo Stato, invece di favorire il Servizio Sanitario Nazionale si metta tra le braccia di investitori privati utilizzando soldi pubblici è semplicemente assurdo. Poste Italiane – conclude Di Biagi – pensi piuttosto a migliorare i servizi postali e non a gettarsi in operazioni speculative messe in atto con i soldi dei contribuenti e che, alla fine, danneggiano SSN a favore del privato.”  

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