Come noto, la Corte costituzionale con la sentenza n. 4/2024 ha dichiarato l'incostituzionalità dell'art. 51, comma 3, della legge n. 388/2000, sollevando particolare interesse nella parte in cui non considerava il periodo dal 1991 al 1993 per il calcolo dell'anzianità di servizio necessaria a ottenere determinati benefici nella retribuzione individuale di anzianità (RIA) per alcune categorie di dipendenti pubblici.

Per fare ricorso, è importante ricordare che la prescrizione non si applica a chi l'ha interrotta inviando lettere di messa in mora. Inoltre, il giudice può non applicarla a coloro che sono andati in pensione dopo il 2019, anche senza interruzioni precedenti. Al contrario, chi è in pensione da oltre cinque anni deve dimostrare di aver interrotto la prescrizione ogni cinque anni con documentazione adeguata (ricevuta di raccomandata A/R o pec). Senza tali prove, la richiesta della RIA pregressa rischia di essere respinta e potrebbe comportare la condanna alle spese.

La nostra organizzazione è impegnata a fornire chiarimenti e assistenza ai pensionati interessati. Il servizio offerto è completamente gratuito per i nostri membri, salvo le spese relative al contributo unificato, applicabili a tutti coloro che hanno un reddito familiare superiore a 38.000€ nel 2023 e dovrebbe arrivare a un massimo di 98 euro. In caso di esito negativo del giudizio e condanna alle spese a favore della controparte, l'importo sarà a carico del richiedente.

Richiamando quanto detto, se desiderate fare ricorso, potete compilare il modulo di contatto disponibile al seguente link:

https://www.confintesa.it/wordpress/ria-e-lavoratori-in-quiescenza-vi-aiutiamo-nella-vostra-battaglia

Dopo la compilazione, sarete contattati per ricevere le istruzioni sulla documentazione necessaria da inviare al nostro rappresentante legale.

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