La recente così detta “consultazione referendaria”, promossa nel comparto delle Funzioni Centrali, ha dispiegato il suo epilogo, consegnandoci una fotografia dai contorni nitidi e inequivocabili. Un'immagine che, lungi dal dipingere il trionfo strombazzato da alcuni, disvela la realtà di un consenso evanescente, di una partecipazione ben al di sotto delle attese, e di una sostanziale indifferenza da parte della maggioranza silenziosa dei lavoratori.

Lo dichiara Francesco Prudenzano, Segretario Generale di Confintesa in merito al flop del Referendum indetto da CGIL, UIL e USB sul contratto delle Funzioni Centrali del Pubblico Impiego

L’esito di tale consultazione – prosegue Prudenzano - infatti, non può essere letto se non alla luce di una profonda riflessione sul senso stesso della rappresentanza e del dialogo sociale. I numeri, freddi e incontestabili nella loro eloquenza, narrano di un’adesione che definire esigua sarebbe un pallido eufemismo. Un dato che, da solo, basterebbe a qualificare l’iniziativa come priva di quel plebiscito tanto agognato dai promotori. A fronte di centinaia di migliaia di lavoratori, solo una minoranza ha inteso esprimere il proprio parere. Un dato che, lungi dall’essere una mera questione numerica, si erge a simbolo di una frattura tra una parte del sindacalismo e la stragrande maggioranza dei lavoratori, i quali, con il loro silenzio, hanno espresso un giudizio inequivocabile.
Non intendiamo qui entrare nel merito delle singole posizioni contrattuali, prerogativa delle Federazioni di categoria ne sulle modalità di raccolta dei voti. Tuttavia, come Confederazione, non possiamo che rilevare come l'esito di questa consultazione rappresenti un monito per tutti gli attori del mondo del lavoro. Un monito a rifuggire da sterili contrapposizioni ideologiche e a ricercare, invece, la via maestra del dialogo costruttivo, dell'ascolto reciproco e della responsabile mediazione.

Confintesa – conclude Prudenzano - nel solco dei suoi principi ispiratori, riafferma la propria vocazione al confronto aperto e inclusivo, unica via percorribile per addivenire a soluzioni condivise e durature. Il nostro impegno rimane quello di farsi interprete delle istanze di tutti i lavoratori, promuovendo un modello di relazioni sindacali improntato alla responsabilità, alla lungimiranza e alla ricerca del bene comune. Solo attraverso un dialogo costruttivo, scevro da preconcetti e da anacronistiche logiche di scontro, si potrà costruire un futuro migliore per il mondo del lavoro e per l’intero Paese. La stagione della contrapposizione sterile e fine a sé stessa appartiene ormai al passato. È tempo di inaugurare una nuova era, fondata sulla forza delle idee e sulla volontà di costruire un futuro nuovo e migliore."

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