“E’ cambiato il Governo ma non il suo Presidente né tantomeno il partito di maggioranza relativa che però sembra avere un ruolo minoritario nella compagine che lo sostiene e già alcuni sindacati fanno la voce grossa e dettano le regole su come i ministri dovranno affrontare il tema della rappresentatività dei sindacati.”  Lo dichiara Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa riferendosi alle dichiarazioni di un segretario confederale della Cisl, Giulio Romani, che ha bollato come sbagliata la possibilità di avere una legge che regoli la rappresentanza sindacale. “Il dirigente della Cisl forse non ha letto bene l’articolo 39 della Costituzione che l primo comma recita testualmente:  Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. Evidentemente – continua Prudenzano – a qualcuno fa più comodo lasciare le cose come stanno senza attuare il dettato Costituzionale, in modo che a rappresentare i lavoratori nei tavoli ministeriali e datoriali continuino ad essere le solite tre organizzazioni sindacali che, come è stato dimostrato da ricerche attendibili, stanno perdendo consenso a favore di nuove sigle. A coloro che nel settore privato – conclude Prudenzano – si ergono paladini della democrazia sindacale ma che non vogliono farsi contare ricordiamo che nel pubblico impiego la rappresentatività viene regolarmente misurata con regole certe e certificate dall’ARAN. Si applichino le stesse procedure che sono servite per misurare la rappresentatività nel pubblico impiego e soprattutto si crei un periodo di avviamento dove tutte le sigle vengono poste in condizione di parità al punto di partenza e le imprese siano obbligate a riconoscere le deleghe sindacali di tutti i sindacati, cosa che oggi non avviene specialmente in aziende pubbliche. Solo così verrà rispettato il diritto dei lavoratori a farsi rappresentare da chi scelgono realmente”

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