“Il ritorno alle gabbie salariali ovvero alla differenziazione dei salari per regioni, farebbe fare un passo indietro ai lavoratori e creerebbe ulteriori svantaggi per i lavoratori del sud”. Lo dichiara il Segretario Generale di Confintesa Francesco Prudenzano in merito alla proposta della Lega che sul tavolo governativo sulle autonomie ritiene che anche i salari dei pubblici dipendenti debbano essere una variante a seconda della regione in cui opera il lavoratore. “Si tratta di una pratica antistorica e penalizzante soprattutto per i lavoratori che hanno avuto “la sventura” di nascere e lavorare nelle regioni meridionali cui si è messo fine nel 1972.

Confintesa – continua Prudenzano – invita i rappresentanti della Lega ad essere coerenti con una politica sociale che deve avere come base la parità dei diritti dei lavoratori su tutto il territorio nazionale. Ci sono dei temi che non possono essere affidati alle autonomie ma che rappresentano la spina dorsale di un sistema nazionale che non può attuare discriminazioni tra regione e regione. Non si capisce, poi, perché un impiegato pubblico del sud debba guadagnare meno di un suo collega del nord. Nel settore privato – conclude Prudenzano – la soluzione per una differenziazione salariale potrebbe essere data solo dall’applicazione dell’articolo 46 che prevede la partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa che sicuramente sarebbe un incentivo a produrre di più e meglio ma in un ambito regolato, in partenza, dal salario minimo legale uguale per tutti e affidando il compito di discutere di eventuali incentivi alla contrattazione di secondo livello.”

 

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