“Nel momento di incertezza che vede coinvolti milioni di italiani che non sanno se alla fine del mese riceveranno lo stipendio mentre ai dipendenti pubblici viene solo chiesto di lavorare a casa con la garanzia del salario, Confintesa Funzione Pubblica chiede al Governo di destinare il corrispettivo dei buoni pasto, per i lavoratori in smart working, ad attività sociali a difesa delle categorie più deboli.” Lo scrive Claudia Ratti segretario di Confintesa FP in una lettera inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro della Pubblica Amministrazione.

“Nell’attuale, grave crisi sanitaria che il nostro Paese sta affrontando, – scrive Claudia Ratti – emerge, da parte di Confintesa la consapevolezza che lo stipendio è una certezza che consente al popolo dei dipendenti pubblici di dare il proprio contributo “semplicemente lavorando da casa”, salvo quelli, e sono molti, impegnati in prima linea anche al di fuori del comparto sanitario. Per questo motivo, interpretando il pensiero di tanti dipendenti pubblici, riteniamo eticamente corretto, invece di avventurarci in rivendicazioni che, seppur giustamente supportate da norme e contratti, cozzano in questo momento contro un principio sacrosanto di solidarietà, chiedere al Governo  che le economie di spesa derivanti dal risparmio dei buoni pasto conseguenti allo smart working vadano ad implementare, i fondi per la Cassa Integrazione, per i bonus in favore delle categorie disagiate o, ancora, per il consolidamento delle strutture sanitarie. Con questo simbolico gesto – conclude la Ratti – diamo sostanza anche ai principi di Partecipazione Attiva e Responsabilità che Confintesa porta avanti quotidianamente in tutti i settori produttivi del Paese.”

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