“Il salario minimo legale è in vigore in 22 Stati dell’Unione Europea anche in paesi dove il sindacato è forte e i contratti collettivi vengono stipulati regolarmente”. Lo dichiara Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa in merito al dibattito in corso sull’istituzione di un salario minimo legale. “Non si risolve il problema dei lavoratori sottopagati con l’estensione erga omnes dei contratti stipulati da CGIL CISL e UIL se non si risolve il problema della rappresentatività così come previsto dall’articolo 39 della nostra Costituzione.

Esiste poi il problema di quel 12% di lavoratori italiani che ricevendo un salario inferiore ai minimi contrattuali vive in condizione di povertà. Capiamo – continua Prudenzano – le perplessità delle imprese che temono un aumento del costo del lavoro ma vorremmo capire perché alcuni sindacali ostacolano questo progetto. Non si può parlare di contrattazione di secondo livello legata a fattori produttivi aziendali se non si stabilisce un parametro base per tutti i lavoratori. Si riprenda poi – conclude Prudenzano– il discorso dell’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa e agli utili di esercizio. Solo il combinato disposto tra salario minimo legale, legge sulla rappresentanza e sulla partecipazione potrà aiutare le imprese a uscire dal tunnel della crisi legata alla competizione globale del mercato e nello stesso tempo riconoscere il ruolo centrale del lavoratore all’interno dell’impresa”.

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