A volte la politica ha dell’incredibile e questa volta ce lo dimostra il Sottosegretario al Lavoro Onorevole Claudio Durigon che, in un’intervista al Tempo, si schiera contro il salario minimo legale argomentando la sua posizione con la fatidica frase… “non lo vuole nessuno” Lo afferma Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa in merito alle dichiarazioni rilasciate al Tempo di Claudio Durigon il quale afferma che, nella “famosa” riunione al Viminale con 43 parti sociali, “l’unanimità dei presenti” si è dichiarata contro l’istituzione di questo provvedimento che vige in moltissimi paesi europei. “Facciamo notare all’onorevole Durigon che a quella riunione sono stati invitati gli amici degli amici evitando di mettere intorno a quel tavolo alcune forze sindacali rappresentative che, come Confintesa, hanno già espresso in audizioni informali presso la Commissione lavoro della Camera dei Deputati il loro apprezzamento per il salario minimo anche se con correttivi diversi.

L’onorevole Durigon continua Prudenzano -ritiene invece di fare di tutt’erba un fascio e rendere universali posizioni espresse principalmente da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil anche se con motivazioni diverse ma convergenti. Non è pensabile – prosegue Prudenzano – che si accetti di approvare un reddito di cittadinanza che garantisce un reddito ai disoccupati e non si accetti di adeguare i salari minimi a livelli dignitosi e toglierli dallo stato di povertà e sfruttamento in cui sono relegati da contratti dumping. Durigon e la Lega pensino anche, prima di istituire una discutibile flax tax, a detassare la parte di reddito minimo legale in modo da non gravare su imprese e lavoratori.  Così come Durigon non può giustificare la sua posizione contro il salario minimo con il fatto che in Italia vige un Welfare italiano che non esiste negli altri paesi. Ricordiamo all’Onorevole Durigon che il salario mediano annuo italiano è pari al 40% di quello francese e al 50% di quello tedesco. A questo punto – conclude Prudenzano – chiediamo alle forze di Governo di smetterla di fare campagna elettorale magari per avere un voto in più da Confindustria sulla pelle di chi lavora otto ore al girono per 800/1000 euro al mese rasentando la povertà”.

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