Dopo quasi 10 anni ed in piena crisi economica, sociale e sanitaria, la Corte Costituzionale pone fine ad una norma assurda che concedeva al Giudice la “facoltà” di reintegro nel posto di lavoro in presenza di un licenziamento di carattere economico anche se il fatto non sussisteva. La Consulta ha infatti stabilito che non può essere affidata al giudice la discrezionalità del reintegro anche in mancanza di motivazioni economiche provate ma deve essere obbligatorio il reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro.

Confintesa accoglie favorevolmente le parole dei giudici di palazzo della Consulta e, con il segretario Generale Francesco Prudenzano afferma che, “la sentenza della Corte Costituzionale smentisce una volta per tutte l’impalcatura della riforma Fornero che modificò lo Statuto dei lavoratori creando disparità di trattamento tra lavoratori e calpestando il principio di eguaglianza di tutti i cittadini previsto dall’articolo 3 della nostra Costituzione.  Il pronunciamento della Corte – conclude Prudenzano -pone fine ad un’ ingiustizia che, oltre a violare un principio costituzionale, si prestava a troppe interpretazioni affidando ad un terzo una facoltà che sanciva la diseguaglianza tra un lavoratore ed un altro”.

 

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