In merito alla procedura della firma dei contratti di lavoro  Confintesa ritiene che  sia in corso un corto circuito per cui se si è firmatari del CCNL, si possono contare gli iscritti e si contano gli iscritti solo sei si è firmatari del CCNL. Resta fuori da questo corto circuito la misurazione del consenso dei lavoratori basata sulla libera scelta del sindacato da cui farsi tutelare costruendo così un sistema chiuso, senza alternative al ricambio sindacale. Come si può vedere è il classico caso del cane che si morde la coda”.

Lo dichiara Francesco Prudenzano rispetto al dibattito in corso sulla misurazione della reale rappresentatività delle organizzazioni sindacali.

Il rilancio del CNEL – continua Prudenzano –  voluto dalla Presidente Giorgia Meloni, potrebbe essere la soluzione per mettere fine alla discutibile procedura legata all’autocertificazione del numero dei tesserati oltre che a rendere fruibile, per i lavoratori, un diritto sacrosanto che riguarda la libertà di scegliere il sindacato in cui iscriversi.   

Se il CNEL divenisse la sede naturale per la stipula dei contratti si eliminerebbe il fenomeno dei contratti poveri e delle agevolazioni fiscali solo per i contratti siglati da Cgil/Cisl/Uil mentre per altri contratti siglati da altre organizzazioni tale beneficio non viene applicato.

Inoltre si eliminerebbe un comportamento discriminatorio che molte aziende, a cominciare da quelle di Stato, pongono in essere nei confronti dei lavoratori rifiutando loro di chiedere la ritenuta sindacale se non aderiscono a sindacati firmatari di Contratti Collettivi.

Queste proposte – conclude Prudenzano – sono state avanzate al Presidente del CNEL dal rappresentante di Confintesa, Massimo Visconti, nell’Assemblea del CNEL al fine di poterle inserire nel documento, da presentare al Governo, che si sta predisponendo sul salario minimo e ci auguriamo che la Commissione preposta ne tenga conto”

 

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