
Il convegno "Il ruolo dell'Italia nel nuovo ordine economico globale: sfide e prospettive", organizzato da Confintesa il 16 dicembre scorso nella Sala Zuccari del Senato, ha offerto un'analisi approfondita degli assetti geopolitici e della posizione dell'Italia e dei suoi lavoratori nel contesto economico globale attuale.
Nel corso dell'incontro sono stati trattati numerosi temi rilevanti, tra cui le possibili evoluzioni degli equilibri economici a seguito dell'elezione di Donald Trump, il conflitto russo-ucraino, la situazione geopolitica in Medio Oriente e le dinamiche del Mediterraneo. Gli interventi dei relatori – Maurizio Gasparri, Senatore della Repubblica; Dario Fabbri, giornalista e analista geopolitico; Vincenzo Elifani, imprenditore ed economista; e Francesco Prudenzano, Segretario Generale di Confintesa – hanno offerto spunti di riflessione su come questi sviluppi influiscano sul ruolo dell'Italia nel panorama internazionale.
Massimo Visconti, Presidente di Confintesa, ha enfatizzato come l'iniziativa non si sia limitata a una riflessione esclusivamente legata ai temi del lavoro, ma abbia voluto inquadrare la questione del lavoro all'interno di un più ampio contesto geopolitico ed economico, mettendo in luce l'impegno del sindacato nel rispondere alle sfide globali che impattano anche la realtà dei lavoratori italiani.
Vi proponiamo abstract di uno dei temi focali affrontati, ovvero, "l'Italia nel mediterraneo":
Il cosiddetto Piano Mattei è stato presentato dal Governo proprio come uno strumento in grado di rafforzare il ruolo italiano nel Mediterraneo.
Il Piano nasce, infatti, con lo scopo di aumentare la nostra influenza economica in particolare nel Maghreb, soprattutto dopo l'alterazione dei rapporti con la Libia, e di controllare i flussi migratori.
Il Piano Mattei, però, mancherebbe di un necessario aspetto muscolare. “È necessario reinvestire in armamenti in ottica di deterrenza. Senza sicurezza non c'è la libertà e ricchezza economica”: secondo l'onorevole Maurizio Gasparri c'è bisogno che l'Europa svincoli dal rapporto deficit/PIL le spese militari sia per garantire la difesa sia per favorire l'occupazione e la ricerca relative al settore.
Anche i recenti accadimenti in Siria porteranno a ulteriori cambiamenti: dopo la caduta di Assad, ancora non è chiaro che piega prenderanno gli eventi.
“Ciò che è successo in Siria è davvero eccezionale. Un regime che durava da 50 anni è scomparso in meno di una settimana”: Dario Fabbri ha analizzato il rapporto tra la situazione siriana e i conflitti in atto. Il 2025, secondo l'analista geopolitico, sarà l'anno del dialogo tra Russia e Stati Uniti che affronteranno anche il tema della Siria e quindi dello sbocco sul Mediterraneo della Russia.
Il nuovo regime siriano potrebbe innescare un nuovo esodo migratorio che certamente rappresenterà una sfida, e forse anche un'opportunità, sociale ed economica per l'Europa.
“L'Italia ha un grande bisogno di lavoratori, si fa fatica a trovare manovalanza”: come sottolineato Vincenzo Elifani, la gestione dei flussi migratori rappresenta un punto cruciale per lo sviluppo economico italiano, potendo rappresentare anche un opportunità in caso di adeguata formazione professionale degli immigrati.
L'Italia non è stata ancora in grado di integrare in senso strutturale i flussi migratori nel suo tessuto produttivo. “Il sistema di guerre degli ultimi anni ha certificato la rottura dell'equilibrio tradizionale. È necessario ora cambiare paradigma”: secondo Francesco Prudenzano, le regole di stabilità imposte finora dovranno subire un adeguamento che potrebbe giovare all'Italia se il Paese sarà in grado di ritagliarsi il suo spazio di autonomia, soprattutto nel bacino del Mediterraneo.