Confintesa interviene in merito allo studio del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INPS, sottolineando che i dati non possono essere letti in modo generalizzato, facendo credere che le donne, a parità di mansioni degli uomini, percepiscano un salario inferiore.

Confintesa evidenzia che il tema della differenza salariale non è legato a una disparità contrattuale, poiché i contratti di lavoro hanno già uniformato i trattamenti retributivi tra uomini e donne. Tuttavia, esiste un elemento naturale da considerare: le donne devono assentarsi dal posto di lavoro per periodi di tempo legati alla gravidanza e alla maternità, una condizione che può incidere sulla loro carriera e sulle opportunità di crescita professionale.

Questo fenomeno persiste anche se i permessi per maternità sono stati estesi anche ai padri e non più solo alle madri

Confintesa rileva invece che, purtroppo, in alcune aree del Paese persiste una cultura poco incline a valorizzare le donne che decidono di avere figli. Non solo: in alcuni settori del privato, anche da parte di alcune manager donne, si nota la tendenza a isolare altre donne dalle attività dirigenziali.

Nel pubblico impiego, invece, si registra una presenza significativa di donne in posizioni di vertice, a dimostrazione del fatto che, in ambienti regolati da criteri oggettivi di selezione, le donne possono accedere con successo ai ruoli dirigenziali.

Sotto questo aspetto – dichiara Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa - c’è ancora molto da fare per cambiare una cultura che penalizza le donne nel mondo del lavoro. Non è una questione di norme, ma di mentalità. Serve più coraggio da parte delle imprese private per garantire una reale parità non solo normativa, ma anche sociale, tra lavoratrici e lavoratori."

Confintesa invita quindi tutti gli operatori sociali a monitorare la situazione e a promuovere azioni concrete per garantire pari opportunità per tutti i lavoratori, indipendentemente dal genere.

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