“Le stime preliminari dell’Istat sullo stato della povertà assoluta nel 2023 dipingono un ritratto poco edificante dell’economia italiana. L’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie si attesta all’8,5%, con oltre 2 milioni e 234 mila famiglie coinvolte e un totale di circa 5 milioni e 752 mila individui ma questi dati non sono influenzati dall’abolizione del reddito di cittadinanza, avvenuto nel gennaio 2024, ma dalla mancanza di una vera politica che incoraggi gli imprenditori italiani agli investimenti e alla creazione di nuovi posti di lavoro”.

 

Lo dichiara Francesco Prudenzano, Segretario Generale di Confintesa in merito ai dati recentemente divulgati dall’Istat che comunque vengono divulgati come stime e non come dati ufficiali.

 

“Il fatto che il reddito di cittadinanza non abbia influito sulla crescita delle percentuali di poveri in Italia – continua Prudenzano – dimostra come, invece, le tensioni internazionali e i due principali conflitti, in Ucraina e in Israele,  abbiano creato scompensi che hanno provocato un innalzamento del livello dell’inflazione e un aumento dei prezzi a partire dal costo dei carburanti che varia di giorno in giorno diminuendo il potere di acquisto dei salari e colpendo le fasce più deboli.

 

Mentre sul fronte della riduzione delle aliquote Irpef – conclude Prudenzano – la politica del Governo si è dimostrata efficace, si  prenda, però, atto, una volta per tutte, di queste stime  e si affronti la situazione con politiche strutturali volte alla creazione d’impresa e conseguentemente alla creazione di nuovi posti di lavoro per evitare che i capitali Italiani vadano a finanziare la creazione di imprese in altri stati Europei dove la tassazione è notevolmente inferiore di quella vigente in Italia”.

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