L’Agenzia delle Entrate ha concluso il 2019 con l’assenza di accordo con le OO.SS. sui nuovi criteri di conferimento delle posizioni organizzative ex artt.17 e 18, ormai scaduti il 31 dicembre, che consentivano a pochi lavoratori di avere qualche soldo in più a danno di tutti gli altri colleghi. A fronte di questa scelta del Governo, che serve solo a rimandare a tempi biblici un problema organizzativo che così danneggia lavoratori e contribuenti, è stato dichiarato da alcune Organizzazioni Sindacali lo stato di agitazione del personale. “Lo stato di agitazione è un bel sistema giuridico, che tecnicamente condividiamo solo se portato fino in fondo per dare una vera spallata al sistema e non come spauracchio per ottenere qualche soldo in più per i capo-team nominati senza regole. – Lo dichiara Claudia Ratti, Segretaria Generale di Confintesa FP – Confintesa FP non fa sceneggiate ma appoggerà lo stato di agitazione a livello centrale solo se sarà serio e ad oltranza, senza compromessi, se porterà ad una soluzione definitiva del problema.

Siamo in presenza di una gestione autoreferenziale dell’Agenzia delle Entrate, durata 20 anni e più, – continua Claudia Ratti – che deve essere chiusa con una dichiarazione di fallimento del Governo. Una gestione durante la quale si sono susseguite un’infinità di riforme organizzative, che hanno creato un pessimo clima negli uffici, in cui il rapporto con i contribuenti è ai minimi storici e la stima della società è sottozero. Confintesa FP si rivolgerà al Governo – conclude Claudia Ratti – perché una seria volontà di perseguire una generale lotta all’evasione fiscale deve passare necessariamente da una reale riorganizzazione del sistema dell’Agenzia delle Entrate e anche perché pretendiamo soluzioni reali, non teatrali.”

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