Il problema numero uno in Italia è il lavoro inteso come alto numero dei disoccupati e come carenza di investimenti privati” –Lo dichiara Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa commentando i recenti dati ISTAT sull’occupazione in Italia – “Anche se gli ultimi dati Istat sull’occupazione sembrano farci tirare un sospiro di sollievo c’è da rilevare – continua Prudenzano – che le imprese italiane fanno fatica a competere sul mercato interno per colpa della contrazione dei consumi e della forte pressione fiscale. Solo nel 2018, 133 mila aziende hanno cessato la loro attività e sono quasi 900 le imprese passate in mano ad investitori stranieri, sempre dal 2008 sono state effettuate circa 35 mila delocalizzazioni in vari paesi non solo Europei.

Insomma – aggiunge Prudenzano– non è tutto oro ciò che riluce e quindi i dati Istat, pur se più rassicuranti rispetto agli anni precedenti, vanno letti con meno entusiasmo e con più stimoli per creare condizioni che incentivino gli investimenti nazionali sul nostro territorio a cominciare dalla riduzione delle tasse per imprese e cittadini, oltre che ad imporre vincoli che impegnino le imprese che ricevono sgravi contributivi a non licenziare i lavoratori, senza giustificato motivo, al termine del periodo di decontribuzione. Non ultimo –conclude Prudenzano– una messa in campo di politiche attive del lavoro volte alla riqualificazione dei lavoratori a rischio espulsione dal mercato del lavoro e basate su una formazione continua, controllata ed efficacie, che ridisegni anche il ruolo dell’apprendistato e riconduca a sistema l’alternanza scuola lavoro evitando che diventi l’occasione per avere personale a costo zero e che non offre valore aggiunto ai giovani che transitano nelle imprese”.

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