“Gli ottocentosessantotto contratti depositati al CNEL, che certamente impressionano, sono la conseguenza di una assenza di regole, che non possono essere introdotte con accordi tra privati e che, a prescindere per un attimo le critiche nel merito, impegnano solo chi le sottoscrive.

È evidente che il sistema di rappresentanza sindacale in Italia ristagna ed è congelato al dopoguerra, con piccole eccezioni. E questo nuovo accordo va ancora in quella direzione.

È evidente che il sistema di rappresentanza manchi di libertà e di pluralismo. E questo non dipende dal gradimento delle parti sociali, datoriali e dei lavoratori, ma dalla sostanziale mancanza di libertà delle aziende e dei lavoratori di scegliere da chi farsi rappresentare.

È evidente che, se le parti sottoscrittrici di questo accordo, non raggiungano neppure la doppia cifra percentuale di rappresentatività dell’intero mondo del lavoro in Italia, qualche problema sicuramente c’è, e la vicenda degli ottocentosessantotto contratti depositati al CNEL è l’effetto, non la causa.

Non solo. Nell’evoluzione degli accordi sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale ancora non si è risolto, per esempio, il punto del salario minimo garantito, che anche gli iperliberisti USA hanno da tempo. Tanto è vero che già nel 2009 era fissato a $ 7,29/ora.

In questo accordo, invece, c’è solo il Tem (trattamento economico minimo) che è definito in ogni contratto tra le parti, ovvero niente salario minimo garantito!

Che la presenza di regole sia positiva è riscontrabile nel Pubblico Impiego, che oggi vede solo quattro contratti nazionali per il personale privatizzato e poco più per il personale non contrattualizzato. Tutto questo proprio per effetto dell’introduzione di norme generali e astratte che hanno permesso, nonostante tutte le riserve ancora presenti, il pluralismo e la libertà di scelta dei lavoratori.

La soluzione più corretta, a nostro modo di vedere, è una legge che applichi le norme costituzionali ancora disattese e che definisca le regole minime per permettere che il sistema di rappresentanza non sia bloccato e permetta una sostanziale libertà di scelta.” Questo ha dichiarato stamane il Segretario Generale di Confintesa, Francesco Prudenzano.

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