“Pensavamo che la stagione dei governi balneari appartenesse al passato ma con la crisi di Governo che si è ormai svelata in tutta la sua gravità vediamo riaffiorare questa pratica agostana della prima repubblica come la soluzione alternativa a quanto è successo con le dimissioni del Presidente Mario Draghi”.

 Lo dichiara Francesco Prudenzano, Segretario Generale di Confintesa, in merito alle dimissioni da Presidente del Consiglio presentate e respinte dal Presidente della Repubblica.

“Non capiamo – continua Prudenzano – come, nonostante il fatto che il voto dei Senatori abbia riconfermato la fiducia al Governo Draghi, lo stesso Presidente del Consiglio parli di “fiducia che è venuta meno” nell’alleanza tra i partiti. Fino a prova contraria non sono i partiti che, costituzionalmente, tengono in piedi un Governo ma è il voto del Parlamento a decidere chi deve stare a Palazzo Chigi.

 Quanto accaduto ieri ci da l’impressione, invece, che i problemi più che politici, siano legati a rancori personali tra l’attuale premier e l’ex premier Conte.

 Confintesa resta fuori da certe logiche e si preoccupa solo dei problemi dei lavoratori che sono i dimenticati da tutta questa triste storia consumatasi in Senato.

Siamo difronte e ulteriori delocalizzazioni come la Wartsila di Trieste, multinazionale Finlandese leader in costruzione di motori nautici, che ha annunciato la chiusura del sito produttivo di Bagnoli della Rosanda a Trieste mettendo in mezzo la strada 450 dipendenti.

Le famiglie con gli aumenti delle tariffe energetiche non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, i pensionati sono ormai ridotti alla sopravvivenza, i giovani non possono più contare nemmeno sul precariato stante l’attuale situazione.

 L’italia in queste condizioni non ce la può fare ed ora arriverà, sicuramente, anche il mitico spread a peggiorare la situazione dopo l’impennata  dell’inflazione schizzata all’8%.

Facciamo appello alla responsabilità degli eletti dal popolo affinché pensino che se la nostra Repubblica si fonda sul lavoro è perché ci sono i lavoratori che producono e che non possono rimanere senza risposte concrete per rilanciare il lavoro come punto di sostegno dell’economia nazionale e sostentamento delle famiglie italiane.

 

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